Palazzo Ducale è un complesso vasto e articolato, che si snoda attraverso una numerosa sequenza di piazze, giardini, sale monumentali, corridoi e ambienti meno nobili. In pochi possono vantare una conoscenza capillare di tutti i suoi tesori più nascosti. Per valorizzare alcune sue parti solitamente precluse al pubblico, la reggia gonzaghesca ha avviato il progetto Palazzo Ducale inedito: dal 25 maggio per tutta l’estate – ogni martedì e mercoledì – il tradizionale percorso di visita viene ampliato consentendo al pubblico di visitare, senza alcun costo aggiuntivo sul normale biglietto, alcuni ambienti di particolare pregio e interesse. Le modalità di visita sono semplici:
- ogni martedì il nuovo percorso sarà accessibile lungo tutto l’orario di apertura giornaliero del museo e non è richiesta alcuna prenotazione.
- Ogni mercoledì invece la visita sarà su accompagnamento con partenza a orari fissi presso punti di ritrovo stabiliti, in gruppi da 12 persone (mattino 9.30 / 10.30 / 11.30 / 12.30 e pomeriggio 14.30 / 15.30 / 16.30 / 17.30); per questi percorsi è invece richiesta la prenotazione tramite call center (Tel. 333 4910543) attivo ogni martedì ore 10-12 e venerdì ore 10-12.
Di seguito il programma dettagliato
Dal 25 maggio al 30 giugno
(esclusi il 1° e 2 giugno per la manifestazione Trame Sonore)
Appartamento dell’Imperatrice
(tutti i martedì all’interno del percorso di visita)
La visita completa del neoclassico Appartamento dell’Imperatrice va ben oltre la camera con il monumentale letto a baldacchino ornato dalle preziose stoffe di manifattura francese (recentemente restaurato) che è possibile vedere dall’affaccio in Sala dei Fiumi. L’appartamento infatti si snoda attraverso una serie di altri ambienti di pregio ricavati nella medievale Magna Domus affacciata su piazza Sordello.
Appartamento Grande di Castello
Tutti i mercoledì, visita accompagnata (ritrovo: Sala di Manto, ore 9.30 – 10.30 – 11.30 – 12.30 e 14.30 – 15.30 – 16.30 – 17.30)
L’appartamento Grande di castello fu realizzato per volere del duca Guglielmo I Gonzaga, che ne affidò il progetto a Giovanni Battista Bertani. Il tema prescelto per le decorazioni è legato alla celebrazione della città di Mantova, tramite le vicende della sua fondazione mitica (sala di Manto) e della casata che ne governò le sorti (sala dei Capitani, dei Marchesi e dei Duchi). L’esaltazione delle gesta militari dei Gonzaga trovava il loro apice nel celebre ciclo di dipinti dei Fasti Gonzagheschi, eseguito da Jacopo Tintoretto tra il 1579 e il 1580 e oggi conservato nella Alte Pinakothek di Monaco. Le stanze di minori dimensioni che affacciano sul cortile dei Cani, di carattere più intimo e a uso del duca, furono decorate su progetto di Pirro Ligorio, chiamato nel 1573. Lo schema decorativo prevede uno stretto connubio tra stucchi all’antica e dipinti. I temi prescelti sono di tipo allegorico e riguardano l’evoluzione dell’uomo (loggia), le virtù e le allegorie musicali (camerino delle Virtù), il mondo dello studio e della scienza (studiolo).
Dal 1° al 28 luglio
Appartamento vedovile d’Isabella d’Este
Tutti i martedì, all’interno del percorso di visita
L’appartamento di Isabella d’Este in Corte Vecchia è costituito da una serie di ambienti medievali riadattati a partire dal 1520 circa e disposti a L intorno al Cortile d’Onore. In origine si estendeva verso piazza San Pietro, l’attuale piazza Sordello, in una forma a T, con i locali ora destinati all’accoglienza. Le stanze furono oggetto di interventi edilizi, coordinati dall’architetto mantovano Giovanni Battista Covo, che si conclusero intorno al 1522. Quando la figlia, non ancora sedicenne, di Ercole I e Eleonora d’Aragona giunse a Mantova nel 1490 quale sposa di Francesco II Gonzaga, si sistemò al piano nobile del Castello di San Giorgio, in un appartamento soprastante quello del marito. Dopo la morte del consorte (1519) la marchesa decise di lasciare il maniero gotico e di stabilirsi in Corte Vecchia dove, tra il 1520 e il 1522, fece trasferire le collezioni d’arte, i libri, i dipinti di sua proprietà.
Mostra “Nuove acquisizioni e restauri”
Tutti i mercoledì, visita accompagnata (ritrovo: Cortile del Castello, ore 9.30 – 10.30 – 11.30 – 12.30 e 14.30 – 15.30 – 16.30 – 17.30)
La crescita delle collezioni permanenti è uno degli obiettivi del Museo. Questa attività può essere perseguita tramite diverse vie. Questa breve esposizione dà conto di tutte queste diverse casistiche, presentando le opere entrate a far parte negli ultimi mesi o anni nelle collezioni di Palazzo Ducale.
Dal 3 agosto al 15 settembre
Camerini della Paleologa
Tutti i martedì, all’interno del percorso di visita
A partire dal 1531 Giulio Romano progettò la costruzione di un nuovo appartamento per Margherita Paleologa, moglie del duca Federico II Gonzaga, che prese il nome di Palazzina della Paleologa. L’edificio era posizionato a ridosso del Castello di San Giorgio, sopra un preesistente revellino, ed era proiettato verso il lago e l’esterno della città, come una villa. Il rapporto tra interno ed esterno era enfatizzato dal giardino pensile, il primo a essere realizzato nel Palazzo Ducale. Nel 1899 la palazzina fu demolita e si salvarono alcuni gli affreschi che decoravano tre piccoli ambienti. Questi camerini vennero rimontati alla fine degli anni Venti del Novecento in una sala del castello. Dei tre camerini sopravvissuti soltanto uno – quello delle Stagioni – risale alla campagna decorativa ideata da Giulio Romano. Le altre decorazioni furono infatti eseguite nel corso della seconda metà del Cinquecento.
Appartamento della Rustica
Tutti i mercoledì, visita accompagnata (ritrovo: Giardino dei Semplici, ore 9.30 – 10.30 – 11.30 – 12.30 – 14.30 – 15.30 – 16.30 – 17.30)
L’edificio denominato la Rustica venne progettato da Giulio Romano e in parte eretto tra il 1538 e il 1539 per volontà di Federico II Gonzaga. Situata di fronte al lago e appoggiata a quel tempo al circuito murario cittadino, la palazzina – in origine priva dell’attico – appariva del tutto isolata rispetto alle altre fabbriche gonzaghesche, quali il Castello di San Giorgio, la Domus Nova e la Corte Nuova, sorte tra la fine del XIV e i primi decenni del XVI secolo, non lontano dalla Corte Vecchia. Il linguaggio di Giulio si ravvisa soprattutto sul lato esterno prospiciente il grande cortile della Cavallerizza o della Mostra. Gli elementi delle colonne tortili, degli archi ribassati, delle bugne in rilievo appaiono utilizzati con spregiudicata inventiva in un quadro architettonico che guarda in particolare al gioco delle sproporzioni, dei contrasti e della dinamica delle forme.
Attenendosi a precedenti progetti giulieschi, l’architetto Giovanni Battista Bertani, nominato prefetto delle edificazioni gonzaghesche nel 1549, realizza le ali lunghe di collegamento tra i complessi di Corte Nuova e della Rustica dando regolare conformazione al cortile della Mostra.